Una fortuna pericolosaCon questo libro l’autore si merita un altro voto alto: in 511 pagine racchiude una storia di intrighi e passioni, fallimenti e vittorie, amori, vendette e omicidi, che si susseguono nell’arco di 26 anni, iniziando il racconto con la descrizione dello stesso scenario dove verrà scritta la parola fine, un college, o meglio la Windfield School, la scuola dove i figli delle famiglie prestigiose, inglesi e non, studiano per diventare i potenti di domani.
Come al solito Follett colloca la vicenda in un preciso periodo temporale, la Londra di fine ‘800 caratterizzata dalla seconda rivoluzione industriale, il che comporta conseguenze legate al momento storico, nelle scelte e nelle azioni dei personaggi, tutto accuratamente descritto: non manca nulla per immaginare ogni dettaglio della “scenografia” e degli “attori”.
La vicenda parte nel maggio del 1866, quando nel laghetto di un prestigioso istituto britannico muore annegato un ragazzo, in circostanze tutte da chiarire, a causa di interessi, paure, e perché i cinque testimoni hanno visto ognuno solo una parte della scena; ad esclusione di uno che sparirà quasi subito, le vite degli altri quattro restano da quel giorno legate per sempre: sono Hugh ed Edward Pilaster, Micky Miranda e Tonio Silva. I primi due appartengono ad una importante famiglia di banchieri, ma con ruoli ben diversi: il primo è figlio di Tobias che, stanco delle situazioni familiari, ha portato via il suo capitale dalla banca per metter su un’azienda privata; al fatto gravissimo di aver “lasciato” la banca, si aggiungerà il fallimento dell’attività e il suicidio, che comporteranno per Hugh, oltre al dolore per la perdita del padre, un’eredità composta solo dall’etichetta di pecora nera della famiglia: farà leva su tutte le sue forze per dimostrare il suo valore a tutta la famiglia Pilaster e all’intera alta società della City.
Edward invece è il figlio di Joseph e Augusta, e nonostante sia poco dotato di istinto finanziario, e si caratterizzi per essere violento e scarso di principi morali, si ritrova con un futuro spianato nella banca di famiglia.
Micky e Tonio invece hanno in comune solo il fatto di essere cordovani, per il resto vengono da due famiglie collocate in fazioni diverse nello scacchiere politico dello stato sudamericano, oltre ad essere caratterialmente opposti: Micky è il personaggio più ambizioso e malvagio, disposto a tutto pur di riuscire nella sua personalissima scalata sociale; Tonio invece è un bravo e semplice ragazzo, con a cuore i problemi del suo paese.
Le vite di questi personaggi si intrecceranno con quelle delle ragazze di strada Maisie e April, del banchiere Solly Greenbourne e di suo padre ma, soprattutto, sarà l’intera famiglia Pilaster a farla da padrona: a capo c’è il vecchio Seth, integerrimo uomo d’affari vecchio e malato, la cui successione genererà una faida familiare che tirerà fuori il peggio da ciascun personaggio, una guerra all’ultima meschinità per screditare il candidato che, a turno, sembra sul punto di farcela. Abile manovratrice dei giochi è Augusta, moglie di Joseph, secondogenito di Seth, figura femminile affascinante e calcolatrice, attorno alla quale ruotano gran parte delle vicende: la donna si dimostrerà pronta a tutto pur di far raggiungere al marito l’agognato titolo di socio anziano della banca.
Il primo ostacolo che le si para davanti è il legittimo successore Samuel, primogenito di Seth, uomo timido e riservato, caratterizzato da un’esistenza apparentemente priva di ombre.. apparentemente…
Il secondo ostacolo è invece il nipote Hugh, che finita la scuola va a vivere con gli zii, lavorando in banca come un dipendente qualsiasi: pur privo di un capitale, resta sempre un Pilaster, con dalla sua il fatto di essere sveglio e “tagliato su misura” per il mestiere; ci penserà la zia a metterlo in cattiva luce ogni volta che il traguardo del riscatto sembra a portata di mano.
Il tema centrale di Una fortuna pericolosa è sicuramente l’ingordigia, spesso presente nella società di tutti i periodi storici e collocazioni geografiche, dove chi ha un tot, desidera sempre qualcosa in più, e non si ferma davanti a niente per ottenerla: l’autore si sofferma volutamente sugli aspetti più bui dell’uomo, sulla meschinità che muove certi gesti, sulla morbosità che avvolge sguardi e domina pensieri. Ne viene fuori un romanzo carico di intrighi, delitti e truffe, solo per raggiungere denaro, potere e successo, cose terrene e fragili, ma che infervorano l’animo umano, e lo spingono a sbagliare, a commettere cose riprovevoli e a non riuscire più a fermarsi, perché una volta raggiunta una meta se ne profila all’orizzonte un’altra più seducente da conquistare. Per fortuna accanto a personaggi pronti a vendersi l’anima al diavolo esistono altri legati ai valori veri della vita: amore, famiglia, onestà e moralità, e soprattutto la convinzione che la verità, tardi o presto, viene sempre a galla; sono questi che, in modi diversi, si regaleranno il podio dei vincitori agli occhi dei lettori.
Per gli appassionati di Follett, gli amanti della suspance, o gli appassionati dell’alta finanza, questo libro rappresenta una lettura assolutamente da non farsi scappare.

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