
Continua a leggere la recensione di Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro.
I suoi unici giorni di libertà dal lavoro, durante i quali si reca in Cornovaglia, costituiscono l’occasione di un autentico viaggio interiore ancor più che un viaggio reale. Occasioni perdute, parole non dette, prese di coscienza ovattate da una impalpabile nostalgia e scosse dall’inarrestabile fuggire del tempo trovano ora spazio nella sua mente. Ma nonostante non manchi molto alla fine del suo “giorno”, non si allontana nemmeno in questa circostanza dal suo essere. Incantevole anche il personaggio femminile di Miss Kenton la quale però, nonostante la serietà, l’attenzione e la bravura con cui svolge il lavoro di governante, non lascia che la sua vita sia completamente assorbita, non permette che il sorriso venga cancellato dal suo viso. Elegante e malinconico questo scritto induce a riflessioni inconsuete e indugia su un percorso intimo non facile. Appartiene ad un genere di narrazione lenta, che di norma non amo. Ma in Quel che resta del giorno, Ishiguro non permette che il lettore si annoi e anzi, l’incedere dei pensieri del protagonista, offre sempre numerosi spunti di riflessione, di rapimento e sensazioni di immedesimazione. Un libro scritto con maestria che sa toccare in profondità, scavare nell’animo umano e che, anche a distanza di tempo dalla lettura, resta impresso nella memoria. Per lo meno questo è quanto è accaduto a me.
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Sono nata nel profondo Sud e vissuta a lungo in una laboriosa città del Nord Est.
Mi caratterizza la passione per i libri, per la cultura e per il mondo dell’editoria.
My library nasce dal desiderio di condivisione e di confronto, scaturisce dall’esigenza di scrivere di libri, sorge dall’idea che leggere e incoraggiare la lettura sia non soltanto un modo per migliorare, ma soprattutto gioia e divertimento.
Leggete con me.
Antonella Giustizieri
