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Mastro don Gesualdo
“Mastro don Gesualdo”, secondo romanzo del Ciclo dei Vinti, venne pubblicato a puntate da luglio a dicembre nel 1888, sulla Nuova Antologia, e poi in volume presso l’editore Treves nel 1889. La vicenda si svolge a Vizzini, dove si ambientano molte delle opere di Verga tra cui la novella Cavalleria rusticana. Il quadro sociale e la caratteristica dei personaggi sono mutati rispetto all’altro capolavoro “I Malavoglia”. L’ambiente è più elevato socialmente, più ristretto, a metà tra borghesia e aristocrazia, ma di qualunque classe sociale i personaggi siano, conoscono sconfitta e decadimento. Se Verga ne I Malavoglia lasciava aperte la speranza e la fiducia nell’esistenza di un valore positivo come quello del focolare domestico, in cui poter trovare rifugio e conforto, questo secondo romanzo non ammette né salvezza né riscatto. Il pessimismo è totale e permea tutto il racconto.
Il romanzo descrive l’ascesa sociale del muratore Gesualdo Motta. Questi diventa imprenditore, proprietario terriero e marito di una nobildonna. Ma i privilegi economici e sociali acquisiti con abnegazione, rinunce e duro lavoro finiscono per essere la sua maledizione e la sua condanna. È un lavoratore e lottatore instancabile che in nome di ricchezza, denaro, terre, in nome della roba dunque, sacrifica ogni forma di affetto disinteressato. Ma la logica del profitto non ripaga e il protagonista conosce sconfitta morale e solitudine. Sposa una nobile decaduta, Bianca Trao, che gli da una figlia, ma entrambe gli resteranno sempre estranee e lontane: la figlia non solo lo disprezzerà per le sue umili origini, ma sposerà un uomo che dissiperà tutte le ricchezze che egli ha accumulato.
Nell’appellativo mastro-don è racchiuso il destino di Gesualdo: è diventato don per la povera gente e addirittura per la sua famiglia d’origine, ma per i nobili, per chi non si è conquistato la ricchezza, egli è rimasto mastro. È respinto dalla famiglia proprio per questo suo essersi elevato; è un diverso, a volte tollerato, ma più spesso avversato, dai nobili che non dimenticheranno mai la sua bassa estrazione. Estraneo per il mondo da cui proviene ed estraneo per quello di cui entra a far parte. La sete di denaro di Gesualdo gli crea intorno il deserto nei rapporti affettivi, ma quasi tutti i personaggi in fondo provano questa brama, la condividono. Mastro-don Gesualdo assiste al crollo completo delle sue aspirazioni e della sua vita e risulta un vinto, sconfitto da una legge più forte che non consente a nessuno di essere diverso da quello che è.
Descrizioni efficaci e ritmo incalzante nella Sicilia rurale e paesana che Verga sente e trasmette in maniera straordinaria. Coinvolgente, duro, a tratti crudele, come solo la realtà sa essere.
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Sono nata nel profondo Sud e vissuta a lungo in una laboriosa città del Nord Est.
Mi caratterizza la passione per i libri, per la cultura e per il mondo dell’editoria.
My library nasce dal desiderio di condivisione e di confronto, scaturisce dall’esigenza di scrivere di libri, sorge dall’idea che leggere e incoraggiare la lettura sia non soltanto un modo per migliorare, ma soprattutto gioia e divertimento.
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Antonella Giustizieri







