Dopo il successo di La ragazza nella nebbia, Donato Carrisi è tornato in libreria a dicembre 2017 con L’uomo del labirinto, confermandosi un grande autore.
Le vicende si svolgono in una città indefinita, oppressa da un caldo torrido che costringe gli uomini a modificare abitudini e stili di vita. Ai margini di un bosco, in una zona paludosa, viene ritrovata
Samantha Andretti. Aveva tredici anni quando un mattino di febbraio fu rapita.
Mentre per la maggioranza dell’umanità quel 23 febbraio era solo un mattino come un altro, per Samantha Andretti poteva essere l’inizio del giorno più importante della sua giovane vita.
Tony Baretta aveva chiesto di parlarle.
Dal giorno del rapimento sono trascorsi quindici anni, ma lei non ne ha memoria. Ora, traumatizzata e ferita, si trova in una stanza d’ospedale dove l’assiste il dottor Green, un profiler di indubbia preparazione. E infatti, se nel mondo reale a dare la caccia al mostro ci sono l’investigatore privato Bruno Genko e la polizia, in quello della mente di Samantha potrebbe avere successo solo un professionista della psiche come il dottor Green.
Coinvolge e stravolge il modo di raccontare di Carrisi; induce a riflettere su quella zona grigia che non appartiene in maniera completa al male, ma neanche al bene; lascia basito il lettore che crede di aver capito e poi scopre che niente è come sembra. E che dire del profilo dei cosiddetti mostri se non che sono descritti in maniera sagace e disperatamente reale.
Loro non sanno di essere mostri, pensano di essere persone normali. Se cerca un mostro, non lo troverà mai. Se invece pensa a lui come a un uomo comune, come me o come lei, allora ha qualche speranza.
Carrisi ha l’abilità di seminare indizi e di suscitare interesse ad ogni capitolo, di trattare il tema della perversione che minaccia l’infanzia in maniera acuta, di attentare all’immaginario dei non mostri con figure o maschere solitamente benevole, come quella di un coniglio, e che qui non hanno nulla di dolce e delicato.
Un viaggio in un mondo torbido costituito da giochi perfidi, da malvagi senza possibilità di redenzione, da vittime prima e carnefici poi.
Insomma un thriller sapientemente orchestrato che conduce in un luogo oscuro e sordido, catapulta in una realtà di insospettabili orrori, fa percorrere il labirinto della mente umana dove trovare la via della salvezza è estremamente difficile, se non impossibile. E lo fa con uno stile accattivante e semplice che ipnotizza, cattura l’attenzione e incolla alle pagine da cui non vorresti separarti, nemmeno alla fine. Fine che apre a differenti interpretazioni e lascia disorientati, ma che rappresenta l’ennesima prova di quanto Carrisi sia diventato un maestro.
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Sono nata nel profondo Sud e vissuta a lungo in una laboriosa città del Nord Est.
Mi caratterizza la passione per i libri, per la cultura e per il mondo dell’editoria.
My library nasce dal desiderio di condivisione e di confronto, scaturisce dall’esigenza di scrivere di libri, sorge dall’idea che leggere e incoraggiare la lettura sia non soltanto un modo per migliorare, ma soprattutto gioia e divertimento.
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Antonella Giustizieri