L’evento
Che la clandestinità in cui ho vissuto quest’esperienza dell’aborto appartenga al passato non mi sembra un motivo valido per lasciarla sepolta. Tanto più che il paradosso di una legge giusta è quasi sempre quello di obbligare a tacere le vittime di un tempo, con la scusa che «le cose sono cambiate». Ciò che è accaduto resta coperto dallo stesso silenzio di prima. È proprio perché nessun divieto pesa più sull’aborto che, mettendo da parte la percezione collettiva e le formule necessariamente semplificate imposte dalle battaglie degli anni Settanta – «violenza sulle donne» eccetera -, io posso affrontare, in tutta la sua realtà, questo evento indimenticabile.
Tradotto da Lorenzo Flabbi e pubblicato lo scorso novembre da L’orma editore, L’evento, scritto da Annie Ernaux e uscito per Gallimard nel 2000, è un libro testimonianza che riporta l’esperienza di una ragazza che cerca di abortire in un mondo e in un tempo che non lo consentono. È l’ottobre del 1963 quando a Rouen una studentessa ventitreenne attende da più di una settimana che le venga il ciclo. Quando il sospetto si trasforma nella certezza di una gravidanza si apre un angoscioso periodo della sua vita, caratterizzato dalla ricerca di un modo di interromperla clandestinamente. L’aborto in Francia è illegale, come in molti altri paesi, e non soltanto la parola aborto è impronunciabile, ma rappresenta una vergogna, un misero fallimento personale e sociale.
Era impossibile determinare se l’aborto era proibito perché era un male o se era un male perché era proibito.
L’evento restituisce una voce a molte donne escluse dalla storia e dalla società. Con la sua scrittura secca ed affilata, Ernaux narra le richieste di aiuto, la solitudine, gli incontri sbrigativi con i medici, le conversazioni con i maschi affascinati da lei perché hanno dinanzi una donna potenzialmente disponibile o che sta per commettere un reato.
Un libro con il quale la scrittrice ha cancellato l’unico senso di colpa a proposito di questo evento, che le sia successo senza farne nulla.
Un libro che suggerisco di leggere senza indugio.
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Sono nata nel profondo Sud e vissuta a lungo in una laboriosa città del Nord Est.
Mi caratterizza la passione per i libri, per la cultura e per il mondo dell’editoria.
My library nasce dal desiderio di condivisione e di confronto, scaturisce dall’esigenza di scrivere di libri, sorge dall’idea che leggere e incoraggiare la lettura sia non soltanto un modo per migliorare, ma soprattutto gioia e divertimento.
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Antonella Giustizieri