L’Aquila e il Camaleonte. Vita e scrittura di Lou Andreas-Salomé e Anaïs Nin – Pubblicato da Talos Edizioni, “L’Aquila e il Camaleonte. Vita e scrittura di Lou Andreas-Salomé e Anaïs Nin”, è un saggio di Emanuela Riverso. Si tratta di un libro al quale mi sono avvicinata per caso e che ha il merito di avermi fatto conoscere due figure femminili dal grande fascino, dalla vivida intelligenza, dalla intensa passione per la letteratura, l’arte e la psicoanalisi. Lou e Anaïs sono vissute in epoche storiche e contesti geografici totalmente differenti, ma la loro scrittura, delicata e ribelle nel contempo, le ha rese anime gemelle.
Louise von Salomè nacque a San Pietroburgo nel 1861 in una famiglia di origini francesi e tedesco-baltiche, in un contesto internazionale e stimolante. Ebbe una giovinezza caratterizzata dal forte legame con il padre e con i suoi fratelli maggiori. Protetta e amata, sviluppò una certa spregiudicatezza e una sorta di fiduciosa confidenza nei confronti di tutti gli uomini, quasi che “il mondo fosse popolato soltanto di fratelli”.
Anaïs Nin nacque invece a Parigi nel 1903 da una cantante di origine franco-danesi e dal compositore e concertista Joaquin Nin y Castellanos, di nove anni più giovane, in un contesto cosmopolita e artistico. Al contrario di Lou, Anaïs ebbe un padre assente che non la accettò mai e che abbandonò la sua famiglia per un’altra giovane donna.
Se Lou è diventata la donna forte, sicura e ambiziosa che è stata, e se Anaïs ha nutrito un costante desiderio di approvazione e bisogno di certezze emotive, è dipeso da quelle complesse dinamiche familiari e sociali. Il loro approcciarsi al mondo maschile e più in generale il loro relazionarsi con il mondo sono il frutto del loro ambiente natale.
Lou Andreas-Salomè divenne una brillante intellettuale capace di influenzare la vita e la produzione artistica del poeta Rainer Maria Rilke, ma fu anche la causa di inconciliabili acredini tra Paul Rée e Nietzsche, uomini dai quali ricevette, e ai quali diede, molto. Rimase sempre fedele alla sua natura, alla sua passione, alla sua creatività e, mutuando le parole della Nin, “risvegliò il talento degli altri lasciando però spazio al proprio”.
Anaïs Nin fu invece la musa di Henry Miller ed ebbe un rapporto stretto e intenso con il dottor Otto Rank sempre in costanza di matrimonio. Nelle pagine del suo Diario descrisse Rank con dovizia di particolari e osservazioni acute, evidenziando i suoi punti di forza ma anche le sue debolezze. L’attività diaristica di Anaïs fu di estrema importanza e valore.
Entrambe le scrittrici cercarono di esplorare l’esistenza attraverso la letteratura e la poesia e, quando ritennero che queste arti non fossero più sufficienti, si dedicarono alla psicoanalisi.
Lou instaurò un rapporto epistolare con Freud e partecipò ad alcune sue lezioni riuscendo lentamente a trasformare la letteratura in attività scientifica. Anaïs si fermò invece in questa attività di ricerca comprendendo di non avere quelle doti di costanza, dedizione e ascolto, indispensabili a questa scienza.
Lou e Anaïs non si conobbero mai. Eppure chiunque si sia imbattuto in notizie riguardanti la loro vita e le loro opere non ha potuto fare a meno di notarne i tratti comuni. L’aspirazione a emergere andando oltre il limite imposto alla donna nel loro tempo, l’intrecciare diverse relazioni interpersonali, la frequentazione di personalità geniali del mondo letterario, artistico e scientifico, senza che il loro essere ne venisse schiacciato o snaturato, sono tutti elementi che denotano affinità e comunione di vedute e di spirito.
Una delle caratteristiche che colpisce è la capacità di unire Eros e Conoscenza nelle loro relazioni amorose. Tutte finivano infatti col costituire un perfetto connubio tra intesa fisica e cerebrale, fino a che naturalmente duravano. Infine l’empatia, i rapporti di amicizia e stima che hanno saputo entrambe instaurare con donne loro contemporanee va a completare un quadro che denota la straordinarietà di queste due figure. Moderne, assetate di conoscenza e desiderose di libertà, anticonformiste e alla costante ricerca del proprio io, Lou e Anaïs sono state un simbolo al quale guardare al fine di oltrepassare tradizioni e convenzioni che avevano finito per imbrigliare lo spirito femminile. E ciò che maggiormente stupisce è che tutto questo sia accaduto senza che si calassero nella lotta per i diritti delle donne, senza che si appropriassero delle bandiere del femminismo, senza pretendere di indossare i pantaloni. È avvenuto perché hanno mantenuto la loro indipendenza, perché sono rimaste coerentemente legate alla ricerca della propria identità senza domandarsi se questo comportamento rientrasse o meno nei codici morali della società. Ciascuna secondo il proprio carattere, seguendo le proprie inclinazioni, perseguendo i propri interessi, Lou e Anaïs hanno vissuto la loro vita pienamente e liberamente oltrepassando il loro tempo, superando il conflitto interiore tra essere donna e intellettuale, scombinando schemi mentali e sociali.
Emanuela Riverso ha saputo raccontare tutto questo con un saggio interessante e dettagliato, corredato da brani epistolari e da informazioni precise su personalità di spicco del panorama letterario e non solo, e soprattutto cogliendo quel dialogo a distanza tra due brillanti anime affini. Una lettura “insolita” e apprezzata.
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Sono nata nel profondo Sud e vissuta a lungo in una laboriosa città del Nord Est.
Mi caratterizza la passione per i libri, per la cultura e per il mondo dell’editoria.
My library nasce dal desiderio di condivisione e di confronto, scaturisce dall’esigenza di scrivere di libri, sorge dall’idea che leggere e incoraggiare la lettura sia non soltanto un modo per migliorare, ma soprattutto gioia e divertimento.
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Antonella Giustizieri