Nel 1844, a Parigi, Alexandre Dumas figlio conobbe Marie Duplessis, la donna che gli ispirerà il suo più noto romanzo La signora delle camelie (1848). Per l’epoca in cui fu scritto affronta un argomento scandaloso. E’ stato infatti oggetto di critiche e interpretazioni diverse ed ha suscitato, da un lato, lo sdegno dei benpensanti per il tema trattato e, dall’altro, commosso migliaia di lettori nel mondo. E’ la storia dell’amore impossibile e infelice tra Margherita Gautier e Armando Duval, un amore contrastato in nome delle buone regole piccolo-borghesi. Narra lo strazio e la solitudine della protagonista, la sua consapevolezza di non poter avere un futuro o di non esserne degna. Lei è infatti la mantenuta, abituata a vivere nel lusso, a indossare abiti sontuosi, a essere circondata di gioielli e accessori preziosissimi, che si innamora del giovane di buona famiglia, Armando. Lui, giovane insicuro, innamorato, ma che sa essere anche crudele e vendicativo.
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Margherita non si sente all’altezza di Armando e soffre per l’abisso morale e sociale che li separa. Armando, d’altro canto, si sente in colpa nei confronti della propria famiglia e della stessa Margherita per averla, in qualche circostanza, umiliata e fraintesa.
Ottenne immediato successo e lo stesso Dumas ne scrisse una versione teatrale. Tuttavia, la fama de La signora delle camelie è legata soprattutto alla trasposizione in musica composta da Giuseppe Verdi, La traviata, che venne rappresentata per la prima volta al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853. Margherita Gautier, o Violetta Valery ne La Traviata, é diventata nel tempo un simbolo, interpretato da celeberrime donne di spettacolo: Eleonora Duse, Greta Garbo, Maria Callas.
Disperato tentativo di riscatto e incompreso sacrificio emergono dal racconto dando vita a una narrazione che oggi potremmo definire “una storia d’altri tempi”, ma che certamente continua ad affascinare e a suscitare sensazioni, emozioni con la stessa forza di un tempo. Scritto con un tatto e una discrezione fuori dal comune è un libro dolce e malinconico, commovente e doloroso, delicato e struggente.
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Sono nata nel profondo Sud e vissuta a lungo in una laboriosa città del Nord Est.
Mi caratterizza la passione per i libri, per la cultura e per il mondo dell’editoria.
My library nasce dal desiderio di condivisione e di confronto, scaturisce dall’esigenza di scrivere di libri, sorge dall’idea che leggere e incoraggiare la lettura sia non soltanto un modo per migliorare, ma soprattutto gioia e divertimento.
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Antonella Giustizieri