Il ritratto di Dorian Gray
Il ritratto di Dorian Gray
Oscar Wilde scrisse il romanzo Il ritratto di Dorian Gray nel 1890, all’età di 36 anni.
Dorian Gray è un ragazzo incantevole, dalla figura e dai lineamenti perfetti. Il pittore Basil Hallward lo elegge a sua fonte di ispirazione proprio perchè ne rimane estremamente colpito. Ed è nello studio di questo artista che Dorian incontra il cinico e carismatico Lord Henry Wotton, il quale gli si rivolge in questo modo:
“Avete un volto meraviglioso, signor Gray, non accigliatevi, lo avete. E la bellezza è un aspetto del genio, è più alta, anzi, del genio, perché non richiede spiegazioni. E’ una delle grandi cose del mondo, come la luce del sole, o come la primavera, o il riflesso nell’acqua cupa di quella conchiglia d’argento che chiamano luna. Su di essa non si può discutere: ha un diritto divino alla sovranità, rende principi coloro che la possiedono. Sorridete? Non sorriderete quando l’avrete perduta… Si dice spesso che la bellezza sia cosa superficiale; può essere, ma non sarà mai superficiale come il pensiero. Per me la bellezza è la meraviglia sovrana. Solo la gente mediocre non giudica dalle apparenze: il vero mistero del mondo è il visibile, non l’invisibile. Sì, signor Gray, gli dei sono stati benigni con voi, ma gli dei non indugiano a riprendersi quello che danno. Avete solo pochi anni per vivere realmente, perfettamente e pienamente. Quando la gioventù vi abbandonerà, la bellezza si affretterà a seguirla, e allora vi accorgerete a un tratto che non vi sono più trionfi per voi o dovrete contentarvi di quei mediocri trionfi che il ricordo del vostro passato renderà amari più che disfatte. Ogni mese vi avvicina, scomparendo, a qualche cosa di terribile; il tempo è geloso di voi e fa guerra ai vostri gigli e alle vostre rose. Si spegneranno i vostri colori, le vostre guance si incaveranno, gli occhi perderanno il loro lampo; e soffrirete tremendamente.”
Dorian non tollera l’idea che il tempo lo faccia invecchiare e pensa ai quadri del suo amico Basil che invece non muteranno mai. Esprime così il desiderio che i segni inevitabili dello scorrere del tempo e delle esperienze vissute, possano essere rivolti al suo ritratto, e non a sé stesso. Da quel momento, come per incanto, qualsiasi cosa egli faccia, qualunque azione egli compia, i tratti del suo volto muteranno solo nella tela e non toccheranno minimamente la bellezza e la gioventù della sua persona. Mentre il quadro porta i segni dell’età che avanza, l’anima di Dorian porta quelli della progressiva decadenza morale, del crescente declino al quale è giunto, a causa dell’eccessiva dedizione al culto del bello e della superficialità. Il suo ritratto diventa lo specchio dell’anima.
Wilde idolatra la bellezza, l’arte come somma espressione dell’uomo e lo fa, sia nei suoi scritti, sia con la sua condotta anticonformista e antivittoriana. La vita è un’opera d’arte ben riuscita; la vita emula l’arte; la vita è il prodotto dell’arte, secondo Oscar Wilde. Da qui la ricerca del piacere da un lato e lo stile di vita disinibito e dissoluto dall’altro.
Il ritratto di Dorian Gray è il simbolo di un’epoca, a ragione identificato come il capolavoro del decadentismo e dell’estetismo. È uno scritto in cui eccelle il contrasto tra apparenza ed essenza, tra ciò che è visibile agli occhi e ciò che è intimamente nascosto dentro ognuno di noi. Geniale nella sua originalità, foriero di innumerevoli riflessioni, cupo nell’indagine psicologica, splendido nel modo in cui è narrato. Uno stile fluido e scorrevolissimo, arguto e abile. Infine, disarmante nella sua attualità.
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Gli approfondimenti su Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde (informazioni prese dalla “rete”)
Il ritratto di Dorian Gray
Riassunto de Il ritratto di Dorian Gray
Personaggi de Il ritratto di Dorian Gray
Frasi celebri di Lord Henry Wotton
Aforismi e frasi celebri di Il ritratto di Dorian Gray
Biografia di Oscar Wilde
Riassunto de Il ritratto di Dorian Gray
Riassunto di Il ritratto di Dorian Gray
Il romanzo Il ritratto di Dorian Gray è ambientato nella Londra vittoriana del XIX secolo, che all’epoca era pervasa da una mentalità tipicamente borghese. Narra di un giovane di bell’aspetto, Dorian Gray, che arriverà a fare della sua bellezza un rito insano. Egli incomincia a rendersi conto del privilegio del suo fascino quando Basil Hallward, un pittore suo amico, gli regala un ritratto da lui dipinto, che lo riproduce nel pieno della gioventù.
Lord Henry Wotton avrà un ruolo decisivo nella vita di Dorian, che conosce proprio presso lo studio di Hallward. Lì, infatti, Wotton, con i suoi discorsi estremamente lunghi, influenza negativamente Dorian, che comincia a guardare la giovinezza come qualcosa di veramente importante, tanto da provare invidia verso il suo stesso ritratto, che sarà eternamente bello e giovane mentre lui invecchierà. Colpito dal panico, Dorian arriva a stipulare una sorta di “patto col demonio”, grazie al quale rimarrà eternamente giovane e bello, mentre il quadro mostrerà i segni della decadenza fisica e della corruzione morale del personaggio. In questo riassunto di Il ritratto di Dorian Gray viene svelato anche il finale del romanzo, continua a leggere.
Personaggi de Il ritratto di Dorian Gray
Personaggi di Il ritratto di Dorian Gray
- Dorian Gray, personaggio principale de Il ritratto di Dorian Gray, giovane, bello e innocente all’inizio del racconto ma poi, dopo aver dichiarato che darebbe la sua anima pur di non invecchiare mai, seguirà una vita dissoluta e amorale per l’epoca in accordo con la filosofia corrente dell’estetismo e dell’anti-epoca vittoriana. Lord Henry Wotton gli fa aprire gli occhi sulla sua bellezza, che abbaglia chi gli sta attorno ma destinata a svanire presto, e allora Dorian desidera, davanti al quadro appena finito da Basil, di restare giovane in eterno. Ogni volta che compie un’azione scorretta, non sarà lui a mutare ma il suo ritratto. Dorian è completamente ossessionato dall’eterna giovinezza che possiede usandola per scopi malvagi, quando finalmente capisce chi è realmente diventato viene colpito da crudeli rimorsi per il male compiuto e pugnala il quadro sperando che questo spezzi l’incantesimo. In effetti la maledizione si spezza ma il quadro, ormai intrinseco dell’anima di Dorian, squarciandosi causa la morte del protagonista che viene ritrovato con le sue vere sembianze.
- Lord Henry Wotton, suo amico e in qualche modo il diavolo tentatore. Ha una personalità affascinante e ha sempre la risposta pronta. È lui che, attraverso la sua influenza e le sue parole ciniche e spesso provocatorie, rende Dorian una persona spietata e sempre desiderosa di provare nuovi piaceri. È lui che lo rende conscio di ciò che potrebbe fare tramite il suo aspetto rassicurante e innocente nel breve arco della sua giovinezza. Continua a leggere le informazioni riguardanti i personaggi di Il ritratto di Dorian Gray.
Frasi celebri di Lord Henry Wotton
Gli aforismi di Lord Wotton, personaggio di Il ritratto di Dorian Gray
Come tutte le opere di Wilde, anche Il ritratto di Dorian Gray è ricco di sentenze, collocate dai critici nella categoria di aforismi; questo particolare tipo d’espressione, artificiosamente spontanea se vogliamo, conferisce allo stile di Wilde un modo tagliente di affrontare le verità della vita, aderendo perfettamente al carattere, quasi armonizzato ai suoi stessi pensieri, di quello che probabilmente è il “crypto-personaggio principale” dell’opera, Lord Henry Wotton. La maggior parte degli aforismi, infatti, prende vita attraverso la straordinaria eloquenza di Henry, o comunque viene quasi sempre ricondotta alle sue oscure teorie sulla vita e sull’arte. Lord Wotton, per usare le parole con cui lo stesso autore lo descrive all’interno del romanzo, “sembra aver riassunto il mondo in una frase”.
Non c’è affatto da stupirsi, quindi, se leggendo il romanzo ci sembra improvvisamente di avvertire un rovesciamento radicale dei ruoli conferiti ai personaggi della storia. Lord Henry molto spesso ne sembra l’indiscusso protagonista, quasi parlasse per bocca dello stesso autore. Wilde stesso parlò di questo punto in più occasioni, notando quasi con rammarico che tutti pensassero al romanzo come a un’opera autobiografica in cui, attraverso i vari personaggi, lo stesso autore non faceva altro che rappresentare le varie inclinazioni del suo stesso carattere. Non è da dimenticare che questa fu una parte decisiva rispetto alla sua successiva incarcerazione; i capi d’accusa contro di lui si rifacevano in buona parte a innumerevoli passi di questo romanzo. Le colpe di Dorian Gray e gli affilati aforismi di Lord Henry diventarono i delitti dell’autore stesso. L’impatto di Wilde sulla Londra vittoriana fu di immenso potere culturale, quasi d’avanguardia. Tutto quello che egli diceva, come si comportava, veniva preso come una rivolta contro le regole che facevano da pilastri a quel mondo così austero. I suoi aforismi lo condannarono così come lo portarono ad avere un posto nella storia immortale della letteratura. Continua a leggere Frasi celebri di Lord Henry Wotton.
Aforismi e frasi celebri di Il ritratto di Dorian Gray
Questo è l’elenco di tutte le frasi celebri de Il ritratto di Dorian Gray, contenuti nella prefazione ed in tutti i capitoli.
- L’artista è il creatore di cose belle.
- Essi sono gli eletti: per loro le cose belle significano solo bellezza.
- La vita morale dell’uomo è parte della materia dell’artista, ma la moralità dell’arte consiste nell’uso perfetto di un mezzo imperfetto.
- Nessun artista ha intenti morali. In un artista un intento morale è un imperdonabile manierismo stilistico.
- Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto.
- Possiamo perdonare a un uomo l’aver fatto una cosa utile se non l’ammira. L’unica scusa per aver fatto una cosa inutile è di ammirarla intensamente.
- Scelgo gli amici per la bellezza, i conoscenti per il buon carattere e i nemici per l’intelligenza.
- Tutta l’arte è completamente inutile.
- Al mondo c’è una sola cosa peggiore del far parlare di sé ed è il non far parlare di sé.
- Basta nasconderla, e la più banale delle cose diventa deliziosa.
- È meglio non essere diversi dal nostro prossimo. I brutti e gli stupidi hanno la parte migliore del mondo. Possono mettersi seduti a loro agio e godersi lo spettacolo. Se della vittoria non sanno nulla, gli viene perlomeno risparmiata la consapevolezza della sconfitta.
- Il valore di un’idea non ha nulla a che vedere con la sincerità di chi la espone.
- L’armonia di anima e corpo… che cosa grande! Nella nostra follia noi li separiamo e abbiamo inventato un realismo che è volgare e un idealismo che è vuoto.
- L’intelletto è di per se stesso una sorta di eccesso e in qualunque volto distrugge l’armonia. Non appena uno comincia a pensare, diventa tutto naso o tutta fronte, oppure qualcosa di orrendo. Guarda quelli che hanno avuto successo nelle professioni intellettuali. Sono assolutamente disgustosi. Eccetto, naturalmente, gli uomini di chiesa. Ma, del resto, gli uomini di chiesa non pensano. A ottant’anni un vescovo continua a ripetere quello che gli è stato insegnato a diciotto e, come naturale conseguenza, ha sempre un aspetto delizioso.
- L’unico elemento di fascino del matrimonio sta nella necessità di una vita di inganni tra i coniugi.
- La naturalezza è semplicemente una posa, e la più irritante che conosca.
- Non penso che il dieci per cento del proletariato viva nell’onestà.
- Oggi, un cuore spezzato lo si stampa in molte edizioni.
- Quando una persona mi piace moltissimo, non dico mai a nessuno il suo nome. È come cederne una parte.
Questi erano gli aforismi e le frasi celebri estratti dalla prefazione e dal primo capitolo di Il ritratto di Dorian Gray.
- Adoro i piaceri semplici. […] Sono l’ultimo rifugio delle cose complicate.
- «Il corpo pecca una sola volta e supera subito il peccato, perché l’azione è un modo di purificarsi. Allora non rimane più nulla, salvo il ricordo del piacere, o il lusso di un rimpianto. L’unico modo di liberarsi di una tentazione è abbandonarvisi. Resisti, e la tua anima si ammalerà del desiderio delle cose che si è proibite, di passione per ciò che le sue stesse mostruose leggi hanno reso mostruoso e illegale. Si è detto che i grandi avvenimenti dell’umanità si sviluppano nel cervello. Ed è anche nel cervello che si verificano i grandi peccati dell’umanità. Lei, signor Gray, lei stesso durante la sua purpurea gioventù, durante la sua candida adolescenza, ha avuto passioni che l’hanno spaventata, pensieri che l’hanno riempita di terrore, sogni e fantasticherie il cui semplice ricordo dovrebbe farla arrossire di vergogna…»
«Basta!» balbettò Dorian Gray, «basta! Lei mi sconvolge. Non so che cosa risponderle: c’è una risposta ma non la trovo. Non parli, mi lasci pensare. O, meglio, lasci che provi a non pensare.» - I giovani vorrebbero essere fedeli e non lo sono; i vecchi vorrebbero essere infedeli e non possono. È tutto quello che se ne può dire.
- Il timore della società, che è il fondamento della morale, il terrore di Dio, che è il segreto della religione, sono le due cose che ci governano.
- L’unica differenza tra un capriccio e la passione di una vita è che il capriccio dura un po’ più a lungo.
- L’unico elemento di colore che sia rimasto nella vita moderna è il peccato.
- L’unico modo di liberarsi di una tentazione è abbandonarvisi.
- L’uomo è molte cose, ma non è ragionevole.
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Fonte: it.wikipedia.com
Il suo ingegno brillante, i suoi successi letterari e le sue pose eccentriche lo imposero come una delle personalità dominanti nei circoli artistici e nei salotti mondani sia inglesi che francesi.
Visse prevalentemente tra Parigi e Londra, ma con frequenti viaggi in Italia, Grecia e Nordafrica. Nel 1882 si recò negli Stati Uniti per un fortunato ciclo di conferenze sull’estetismo.
Nel 1884 Oscar Wilde sposò Constance Lloyd, da cui ebbe due figli, ma ben presto il matrimonio naufragò. Tutta l’aristocrazia e la classe dirigente di cui era stato fino a poco prima l’idolo lo abbandonarono a causa della sua relazione con lord Alfred Douglas, che in particolare gli mise contro il padre di questi, marchese di Queensberry. In un processo che suscitò enorme scalpore, fu condannato per omosessualità a due anni di lavori forzati (1895). Scontata la pena, in miseria e abbandonato da tutti, si rifugiò in Francia dove morì tre anni dopo.
Dopo un libro di versi, Poesie (Poems, 1881), nel 1888 Oscar Wilde pubblicò un volume di favole per adulti, sentimentali e moraleggianti, Il principe felice (The happy prince), delle quali uscì nel 1891 una raccolta accresciuta con il titolo La casa dei melograni (The house of pomegranates); l’umorismo prevale invece nei racconti di Il delitto di lord Arthur Savile (Lord Arthur Savile’s crime, 1891).
I saggi di Intenzioni (Intentions, 1891) esprimono la sua dottrina estetica, mentre le sue riflessioni politiche, ispirate a un anarchismo idealizzato, sono esposte ne L’anima dell’uomo sotto il socialismo (The soul of man under socialism, 1891).
Sempre nel 1891 uscì il suo romanzo più celebre Il ritratto di Dorian Gray (The picture of Dorian Gray), massima espressione del decadentismo e dell’estetismo. Scrisse anche una serie di commedie in cui la polemica sociale è diluita in battute ironiche e paradossi cinici quanto brillanti: ricordiamo Il ventaglio di lady Windermere (Lady Windermere’s fan, 1892), Un marito ideale (An ideal husband, 1895) e L’importanza di chiamarsi Ernesto (The importance of being Earnest, 1895). La sua opera teatrale più celebre è senza dubbio Salomé, scritta in francese nel 1891 per Sarah Bernhardt, rappresentata per la prima volta nel 1896 e successivamente musicata da Richard Strauss (1905).
Continua a leggere la biografia di Oscar Wilde.
Fonte:
Sono nata nel profondo Sud e vissuta a lungo in una laboriosa città del Nord Est.
Mi caratterizza la passione per i libri, per la cultura e per il mondo dell’editoria.
My library nasce dal desiderio di condivisione e di confronto, scaturisce dall’esigenza di scrivere di libri, sorge dall’idea che leggere e incoraggiare la lettura sia non soltanto un modo per migliorare, ma soprattutto gioia e divertimento.
Leggete con me.
Antonella Giustizieri