Il diario di Jane Somers – Vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 2007, Doris Lessing è una scrittrice dalle straordinarie capacità descrittive e di analisi. “Il diario di Jane Somers” è uno dei suoi libri che mi ha profondamente colpito.
Una delle protagoniste e narratrice di questa storia è l’elegante Jane Somers. Jane, bella quarantanovenne dal solido successo professionale; Jane caporedattrice di una rivista di moda a larga diffusione; Jane dallo stile unico, ricercato e ineguagliabile; Jane con un piccolo appartamento arredato con cura nei minimi dettagli. E poi c’è Maudie Fowler. Maudie, novantaduenne ricurva e vestita di stracci, sola e malinconica; Maudie malata e respinta dai parenti ingrati; Maudie, un mucchietto di ossa, ma ancora combattiva e vitale; Maudie con una casa vecchia e trasandata senza alcuna comodità. Cosa avranno da dirsi o da condividere due donne così?
Jane è vedova, ha sempre investito la maggior parte delle energie nel suo lavoro e né la morte del marito, né quella della madre l’hanno effettivamente coinvolta o sconvolta. È una donna che si prende cura meticolosamente di se stessa, con i suoi lunghi bagni caldi e programmando la domenica sera gli abiti da indossare per i giorni della settimana successiva. Ha paura della malattia, dell’invecchiamento del corpo e della mente e solo il suo impegno professionale, alla rivista Lilith, che svolge con passione e determinazione, la rende sicura della sua persona. Un giorno però incontra Maudie, “la vecchia e arcigna strega”, piccola e dal colorito giallognolo. La vita di Jane subisce una svolta venendo a contatto con un mondo totalmente sconosciuto. Mai aveva notato quante vecchiette sole e bisognose si aggiravano nel quartiere. E mai si era resa conto della loro sofferenza fisica e psicologica, men che meno della dignità con cui queste affrontavano la vita e rifuggivano di conseguenza la morte. Nasce un fortissimo legame, quasi una simbiosi tra le due. Grazie a Maudie, Jane si rende conto di quanto sia stata limitata la sua visione del mondo fino a quel momento, di quanto abbia più o meno consapevolmente ignorato. Riesce a liberarsi pian piano delle proprie abitudini, dei propri egoismi. Decide di prendersi cura di Maudie, nonostante il lavoro la impegni moltissimo e nonostante lo stesso atteggiamento scontroso e orgoglioso dell’anziana sia talvolta scoraggiante. Jane si libera finalmente della corazza costruitasi nel corso della sua vita; affiorano così le emozioni causate dalla morte del marito e della madre e tutto il mondo circostante non sarà più lo stesso.
Questo libro spalanca una finestra sul mondo degli anziani e sulla difficoltà di accettare la morte che va loro incontro quando non hanno nessuna voglia di morire. È uno sguardo implacabile sul deterioramento del corpo, su quanto le piccole azioni quotidiane possano diventare di una difficoltà estrema ad una certa età.
Un libro davvero eccezionale, una critica al mondo borghese egocentrico ed egoista. È un mondo che non si accorge della sofferenza e della solitudine in cui sono costretti a vivere gli anziani, che non percepisce il dolore di chi è ormai ritenuto inutile, di chi rappresenta ormai solo un peso. Un peso addirittura per i familiari, troppo spesso dimentichi dell’aiuto e del sostegno fornito loro negli anni precedenti. E sono proprio questi familiari che infliggono loro le maggiori sofferenze.
Mai avrei pensato di trovarmi davanti a pagine così appassionanti ed allo stesso tempo di una malinconia e tristezza estreme. Un racconto straordinario da leggere e su cui riflettere.
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Sono nata nel profondo Sud e vissuta a lungo in una laboriosa città del Nord Est.
Mi caratterizza la passione per i libri, per la cultura e per il mondo dell’editoria.
My library nasce dal desiderio di condivisione e di confronto, scaturisce dall’esigenza di scrivere di libri, sorge dall’idea che leggere e incoraggiare la lettura sia non soltanto un modo per migliorare, ma soprattutto gioia e divertimento.
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Antonella Giustizieri