I personaggi de Il fu Mattia Pascal
Questo l’elenco dei più importanti personaggi de Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello.
Mattia Pascal / Adriano Meis
È il protagonista e narratore de Il fu Mattia Pascal. Sul nome del protagonista, Pirandello stesso ci ha suggerito un’ipotesi interpretativa attraverso le parole di Roberto Pascal, fratello di Mattia: « Mattia, l’ho sempre detto io, Mattia, matto… matto! Ma no! Matto!».[1]
Anche il cognome Pascal non sembra una scelta casuale. Il cognome Pascal, tipico dell’area piemontese-ligure, allude infatti alla resurrezione[2]. Tuttavia, secondo alcuni studiosi, Pirandello nella scelta del cognome Pascal si sarebbe ispirato a un filosofo francese, Théophile Pascal[3] le cui opere sono presenti nella biblioteca del personaggio Anselmo Paleari. Il personaggio si dimostra essere un attento osservatore della realtà e della società che lo circonda narrando fatti accaduti che riguardano altre persone che fanno parte della sua vita, infatti ad ognuna di esse offre una caratterizzazione fisica e psicologica. Egli è intollerante ai comportamenti della suocera, la vedova Pescatore, Marianna Dondi, ed ella è una delle numerose cause che condurranno Mattia alla decisione di fuga; essa infatti si può considerare l’antagonista di Mattia, e dunque tormentatrice della sua vita coniugale. Da un punto di vista fisico si può dedurre che egli non è un bell’uomo, di corporatura robusta e porta i capelli molto corti e la barba ben curata, la sua particolarità e ciò che marca il suo aspetto è lo strabismo dell’occhio sinistro. Nelle vesti di Adriano Meis egli porta i capelli lunghi che lo fanno assomigliare ad un “filosofo tedesco “, è sbarbato e col tempo si fa correggere il suo difetto all’occhio con un’operazione chirurgica. (p. 92) Il protagonista narra che il nome di ” Adriano Meis” gli fu offerto in treno, partito da poche ore da Alenga per Torino, viaggiando con due signori che discutevano animatamente di iconografia cristiana. Accadde che uno dei vecchi ripeté il nome “Adriano “, tante volte, sempre con gli occhi rivolti a Mattia, e in seguito ad una domanda pronunciò “Camillo de Meis”. Mattia credette che gridasse a lui quel nome e ripetendo meccanicamente il nome ” Adriano “, alla fine buttò via quel “de” e tenne il “Meis”. Gli parve che questo nome quadrasse bene con il suo aspetto e si battezzò ” Adriano Meis”. Per quanto riguarda la caratterizzazione culturale e socio- economica(p40) di Mattia, essa è pessima in quanto egli stesso narra, rivolgendosi anche a Berto (suo fratello): “Fummo due scioperati; non ci volemmo dar pensiero di nulla, seguitando, da grandi, a vivere come nostra madre, da piccoli, ci aveva abituati”. Dunque la madre non ha mai voluto mandarli a scuola e così un tal Pinzone divenne il loro precettore, il quale allevò i due con false citazioni di autori inventati, per cui Mattia aveva ricevuto una educazione che rasentava l’analfabetismo. Da un punto di vista economico, egli possiede dei poderi, ma spesso parla di una mancanza di qualsiasi capacità, quindi di un’inettitudine da parte di Batta Malagna, una persona avida, che contribuisce a creare i problemi economici del Pascal. Quando il padre era ancora in vita, la famiglia Pascal godeva di una posizione sociale privilegiata e di una discreta disponibilità economica; dopo la morte del padre, la famiglia Pascal subì dei torti da parte di Batta Malagna e Mattia Pascal dovette andare a lavorare come bibliotecario. Da un punto di vista psicologico, Mattia assume atteggiamenti negativi e mostra rancore nei confronti di Batta Malagna, persona avida, la vedova Pescatore, persona gelida,Terenzio Papiano, sembra voglia approfittarsi di Adriana; dunque Mattia è anche una persona a cui stanno a cuore le persone a lui care, infatti mostra empatia, dunque compassione nei confronti della madre e dunque verso Adriana, la quale è una persona debole e istigata da Terenzio Papiano. Mattia è una persona molto malinconica, questo anche perché si trova in solitudine, dunque ciò mostra anche un’inaspettata forza. Mattia discute di forti contrasti esistenziali che lo assillano, con il signor Anselmo Paleari, come la vita, la morte, e anche la cosiddetta “lanterninosofia “.
La madre di Mattia
Mattia Pascal ha un particolare rapporto di devozione e di affetto nei confronti della donna che l’ha messo al mondo. È una donna molto gracile, ha una voce nasale e viene definita da Mattia stesso una “bambina cieca” che non si accorge di ciò che la Talpa (Batta Malagna) sta facendo. È sempre stata molto buona con i figli e non ha mai fatto mancare loro niente, neanche nei periodi nei quali, per colpa di Batta Malagna, la famiglia era sommersa dai debiti. La donna è inoltre succube del comportamento iroso e maleducato della suocera di Mattia, che riversa la sua delusione per il matrimonio della figlia proprio sulla povera donna, nel periodo in cui per i noti dissesti finanziari la coppia l’aveva ospitata per qualche tempo a casa, prima che si trasferisse da sua cognata, la zia Scolastica. Mattia ha una vera e propria devozione nei riguardi di sua madre, il rapporto fra i due è di tenerezza e stima. È molto pacata, placida, quasi infantile.
È molto gracile e spesso malata dopo la morte del marito, anche se non si lamenta mai dei propri mali. Ciò che probabilmente più la preoccupa è la sorte dei suoi figli, rimasti praticamente senza nulla dopo la morte del padre e dopo che la stessa signora Pascal aveva lasciato tutte le sue ricchezze e proprietà sotto l’amministrazione di Batta Malagna. Non accorgendosi degli imbrogli fatti alle sue spalle può solo facilitare la sua rovina. Quando Mattia si sposa con Romilda non riesce a sopportare la vicinanza della violenta e bisbetica vedova Pescatore e finisce con il diventarne una vittima. Fugge di casa con la cognata ma la morte la colpisce dopo poco, a causa degli affanni e dei feroci litigi subiti in precedenza.
Giambattista Malagna
Giambattista Malagna, detto “la Talpa” è l’unico amico del Signor Pascal, a cui per questo la madre ha affidato l’amministrazione delle sue ricchezze dopo la morte del marito, cosa che ha naturalmente portato alla rovina della famiglia di Mattia. Ha un viso lungo incorniciato da baffi melensi e pizzo; il pancione languido che sembra arrivare fino a terra, le gambe corte e tozze: secondo Mattia, ha il volto e il corpo che più non si addicono ad un ladro come lui. Anche per quanto riguarda altri aspetti (come i sentimenti) Malagna è un personaggio sempre pronto ad agire con egoismo e avidità: ad esempio il caso di Oliva, ragazza amata da Mattia ma successivamente sposa di Malagna, che viene trattata male poiché non riesce a dargli un erede. Il Malagna accusa Oliva di essere infertile ma, riuscendo a rimanere incinta di Mattia Pascal, egli dovette prenderla in sposa sostenendo che il figlio che ella aspettava era suo.
La vedova Pescatore, Marianna Dondi
È sicuramente antagonista, in quanto tormentatrice della vita coniugale di Mattia, ma non ha esattamente la stessa influenza che avevano i precedenti sul protagonista: ella è una delle numerose cause che condurranno Mattia alla decisione di fuga. Cugina della “talpa” Malagna, anche a lei è attribuito un nomignolo che le si addice, “la strega”. Marianna Dondi, Vedova Pescatore, esprime fin dall’inizio l’antipatia nei confronti di Mattia: “non mi parve che accogliesse con molto piacere la mia seconda visita: mi porse appena la mano: gelida mano, secca, nodosa, gialliccia.”. Diventata la suocera poi si scatena contro di lui, tormentandolo ininterrottamente con i suoi rimproveri risentiti.
Adriana Paleari
È la figlia di Anselmo Paleari, proprietario della pensione di via Ripetta a Roma dove Mattia Pascal, sotto l’identità di Adriano Meis, alloggia durante il suo soggiorno nella capitale. È una ragazza pura, gentile, educatissima, tenera e discreta ma allo stesso tempo è responsabile di se stessa e di tutta la famiglia. È molto amata da Mattia proprio per queste sue doti particolari che la rendono unica, lei ricambia l’amore ma la “non identità” del protagonista impedirà il matrimonio e quindi qualsiasi altra evoluzione del rapporto.
Terenzio Papiano
Terenzio è il cognato di Adriana (era il marito dell’ormai defunta sorella della fanciulla) e cerca a tutti i costi di sposarsi con la ragazza per non perdere la dote. È un uomo spietato pronto a fare di tutto per il denaro. È proprio lui che durante la seduta spiritica ruba del denaro a Mattia (12.000 lire). È un personaggio negativo che sfrutta anche il fratello malato.
Gerolamo Pomino
È un amico d’infanzia di Mattia Pascal che già da ragazzo nutre un profondo affetto per Romilda Pescatore. Infatti Mattia conosce quest’ultima proprio per metterla in contatto con Pomino. Tuttavia dopo una relazione si trova costretto a sposarla. Pomino però non serba rancore e aiuta Mattia a trovare lavoro presso la biblioteca del paese per risollevare la situazione finanziaria della famiglia. Quando Mattia ritorna rivelando di essere vivo, egli nel frattempo si è sposato con Romilda e ora conducono una vita agiata e tranquilla con una figlia. Gerolamo è spaventato da un eventuale ritorno di fiamma e appare insicuro, timoroso e impacciato col suo vecchio amico.
Pinzone
Insegnante dei due Pascal, spesso complice dei due nelle loro scorribande. Il suo vero nome sarebbe stato Francesco, o Giovanni, di cognome Del Cinque, narra Mattia nel racconto; anche se dice che tutti lo chiamavano Pinzone e che infine si presentava lui stesso come Pinzone. Il suo aspetto fisico appariva ossuto: di una magrezza da far ribrezzo; e molto alto. Alquanto discutibile come precettore, poiché tutta la sua cultura consisteva in filastrocche, sonetti e indovinelli composti da strambi poeti. Inoltre si dilettava lui stesso a comporre rime balzane per il suo piacere personale, come l’Eco citata nel testo del Fu Mattia Pascal: -In cuor di donna quanto dura amore? (Ore) -Ed ella non mi amò quant’io l’amai? (Mai) -Or chi sei tu sì ti lagni meco? (Eco)
Zia Scolastica
Zia di Mattia, che aiuta sia la cognata sia il nipote nei momenti di difficoltà, e cerca inutilmente di aprire gli occhi alla cognata, mentre Batta Malagna continua a danneggiarli. Insiste inoltre che la cognata prenda nuovamente marito, per il bene della famiglia.
Oliva
Ragazza del paese, povera e onesta e corteggiata da Mattia. Sposata con il Malagna, che poi vuole lasciare perché non gli ha dato figli, con lei il Mattia intrattiene una relazione sessuale a dispetto del Malagna in modo che la giovane non sia umiliata. Così rimane incinta dello stesso Mattia, il figlio però verrà cresciuto da Batta Malagna come se fosse suo. In questo modo Mattia si vendica di Malagna e risarcisce Oliva.
Anselmo Paleari
«Tutta la differenza, signor Meis, fra la tragedia antica e la moderna consiste in ciò, creda pure: in un buco nel cielo di carta»
(dal testo)
Padre di Adriana Paleari, è il sessantenne proprietario della pensione di via Ripetta a Roma. Quando Mattia lo incontra per la prima volta, nota il suo torso nudo “roseo, ciccioso, senza un pelo” (cap. X). Paleari è un uomo completamente estraneo alla realtà che lo circonda a causa delle sue grandi riflessioni che espone continuamente al povero Pascal-Meis, come la “lanterninosofia”. Ormai non può più lavorare e tutta la sua vita è dedicata alla lettura, alla filosofia ed alle riflessioni sul suo tema preferito: l’occulto. L’occulto è l’argomento che più interessa ad Anselmo e organizza spesso sedute spiritiche con lo scopo di richiamare le anime dei morti.
Fonte: it.wikipedia.com
Sono nata nel profondo Sud e vissuta a lungo in una laboriosa città del Nord Est.
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Antonella Giustizieri